Clathrus ruber Micheli (1729)

La prima descrizione di questo Gasteromicete fu opera di Fabio Colonna (1567-1640).
Data la sua forma particolare lo chiamò " fungo lanterna".

Corpo fruttifero: carpoforo maturo. Quando immaturo, si presenta a forma di un "ovetto" racchiuso in una volva bianca (esoperidio), con alla base una piccola appendice radiciforme.

Volva: a maturità si lacera e fuoriesce un ricettacolo (endoperidio) a forma di gabbia ed a larghe maglie, di color rosa, poi rosso sangue o rosso-scarlatto; le maglie della gabbia, internamente, sono cosparse di mucillagine granulosa di colore olivastro o bruno-verdastro, che contiene le spore.

Carne: fragile, fetida.

Odore: cadaverico, fecale, insopportabile, percepibile anche a distanza.

Spore: di colore bruno o verdastro in massa, ellittiche, lisce, guttulate, 5-6 x 1,5-2 µm.

Habitat: cresce dalla primavera all'autunno nei luoghi umidi: orti e boschi di latifoglie. Non sono infrequenti gli avvistamenti d'inverno, se il tempo è mite.

Commestibilità: Non commestibile, poco invitante.

 

A.B.