Lactarius rugatus Kühner & Romagnesi 1954

 

Pileo: carnoso 5 -7 cm di diametro, depresso al centro con l’orlo involuto. Cuticola di aspetto vellutato , liscia al centro, rugosa verso il margine. Di colore arancio rossastro;

Lamelle: adnate – sub decorrenti di colore crema avorio, piuttosto distanti e spesse;

Lamellule: presenti forcute intervenose;

Stipite: cilindrico, sodo, concolore al pileo;

Carne: compatta di colore biancastro di odore gradevole e di sapore di nocciola. Reagisce virando al grigio rosa se toccata con una soluzione di Solfato di Ferro; Latice: fluido, bianco opalescente immutabile. Leggermente astringente;

Habitat: è specie termofila ubiquitaria;

Spore: ellittiche 9-10 micron ornate da creste poco spesse e basse;

Basidi: claviformi, tetrasporici 45 – 55 X 6 – 8 micron;

Macrocistidi: assenti.

Osservazioni: specie commestibile ma poco pregiata ampiamente diffusa e piuttosto comune. Molte volte è confusa con il Lactarius volemus Fries; se ne distingue principalmente per l’assenza dei macrocistidi e per la reazione con la soluzione di Solfato di Ferro nella quale la carne del L. volemus vira al verde. R.Maire riferisce in un suo scritto del 1937, che “ alcune specie, praticamente inseparabili per i loro caratteri esteriori erano molto facili da differenziare per i loro caratteri microscopici.” Interessante ed emblematico è il caso dei due Lactarius, volemus e rugatus. I due funghi sono facilmente confondibili sulla base dei caratteri macroscopici; a parte una diversa robustezza e qualche altra particolarità non marcatamente diversificante. Kühner e Romagnesi furono convinti di aver scoperto la nuova specie L. rugatus esaminando l’erbario di R.Maire, il quale nei reperti di L. volemus aveva evidentemente inserito soggetti privi di cistdi e soggetti muniti di cistidi, trattando così alla stessa stregua due carpofori dai caratteri distintivi generali scarsamente significativi e da un carattere particolare, verosimilmente fondamentale, che una volta rilevato giustificava la distinzione di specie tra i due funghi in argomento.

 

Andrea Brunori

 

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