“Flora Danica” e “Flora Batava”

In Danimarca, anche se a carattere principalmente iconografico, prende vita nel 1761 una importante e voluminosa opera botanica alla quale fu dato il titolo di “Icones plantarum sponte nascentium in regnis Daniae et Norvegiae”.

Finanziata con regio decreto, emanato in un periodo in cui regnava Federico V°, oggi è più conosciuta con il titolo di “Flora Danica”. Intestazione questa già usata nel 1648 per una pubblicazione che descriveva solo essenze erbacee di interesse medicinale predisposta, su richiesta del re Christiano IV°, dal suo medico personale Simon Paulli (1603-1680).
Paulli, nato a Rostock, dopo aver studiato medicina nelle università di  Leiden e di Parigi, dal 1639 fu professore di anatomia, chirurgia e botanica all’università di Copenhagen.
Alla stesura delle “Icones plantarum” presero parte i migliori botanici danesi che nelle loro intenzioni avrebbero voluto fossero rappresentate tutte le fanerogame e le crittogame presenti nella flora danese e norvegese.
Con il termine “flora”, usato per la prima volta da Linneo, i botanici indicano quelle opere che enumerano e descrivono le piante di un determinato paese. Il vocabolo deriva da Flora, dea della primavera presso gli antichi romani.
Scopi di questa iniziativa erano quelli di divulgare la botanica e far conoscere sia le proprietà utili sia le proprietà nocive delle molteplici piante spontanee.

La “Flora Danica” è costituita da 17 volumi e 3 supplementi ed ogni volume comprende tre fascicoli contenenti ciascuno 60 tavole. Il totale di queste ammonta a 3240.
Il primo fascicolo fu pubblicato nel 1761; il cinquantunesimo, 123 anni dopo, nel 1883.
Tutte le tavole sono accompagnate da cenni descrittivi e da una sinonimia. Esse furono ricavate da incisioni su lastre di rame e colorate a mano. Molte di queste lastre ora sono conservate nel “Museo Botanico” di Copenhagen.
Alcuni fascicoli non furono colorati e vennero venduti, in seguito a sottoscrizione, ad un prezzo più basso.
Per essere sicuri che il lavoro fosse conosciuto da più persone, diverse copie furono regalate ai vescovi per essere distribuite al clero, alle scuole più importanti e alle persone che coltivavano studi naturalistici.
In cambio di ciò informazioni sulle piante di quelle regioni dovevano essere inviate al Giardino Botanico di Copenhagen.
Tutte le specie furono inserite senza seguire un preciso ordine di classificazione e questo fatto, in seguito, rese alquanto difficile la consultazione.
Anche se gli autori non erano degli esperti micologi in molte tavole furono disegnati funghi. Queste furono maggiormente concentrate in un periodo che va dal 1787 al 1840 e raggiunsero il considerevole numero di 760 specie.
Il primo a dare inizio alla pubblicazione fu il medico e botanico tedesco George Christian Oeder (1728-1791) che curò l’edizione dei primi tre volumi. Incisore delle tavole fu Michael Rossler (1705-1777) il figlio Martin (1727-1782) fu il disegnatore.
Oeder, nato in Ansbach Baviera, si laureò all’università di Gottinga e, dopo aver esercitato la professione medica nello Schleswig, nel 1752 fu nominato professore di botanica all’università di Copenhagen. Di grande rilievo scientifico furono le sue esplorazioni botaniche in Danimarca e Norvegia.
Nel 1772 fu sostituito dal naturalista Otto Friedrich Muller (1730-1784) il quale aggiunse altri 2 volumi; l’ultimo fascicolo uscì nel 1782. In una tavola del 1780 è riportato il disegno di un basidio con le spore.
Muller era nato a Sondershausen in Turingia, ancora giovanissimo si trasferì a Copenhagen. Nel 1748 si iscrisse all’università von Ribe frequentandone i corsi di teologia, giurisprudenza e scienze naturali. Dal 1771 al 1773 fu segretario del ministro danese per la Norvegia e in seguito svolse l’incarico di conferenziere e archivista della casa reale danese. Autore di diversi lavori innovativi sui molluschi e sugli infusori fu membro dell’Accademia Leopoldina e dell’Académie des Sciences di Parigi.
Suo successore fu il botanico norvegese Martin Vahl (1749-1804). Egli, tra il 1787 e il 1799 curò la pubblicazione di altri due volumi e, dopo aver lavorato diversi anni presso il Giardino botanico di Copenhagen come bibliotecario, nel 1785 ebbe la nomina a professore di botanica.
In uno dei suoi fascicoli comparve per la prima volta la rappresentazione grafica con relativa descrizione della Armillariella mellea.
Alcuni anni dopo, ad occuparsi della Flora Danica fu il medico e botanico danese Jens Wilken Hornemann (1770-1841).
Nato a Marstal un piccolo paese situato nella contea di Fionia nei pressi di Odense.     Nel 1805 fu nominato direttore del Giardino botanico e, dal 1808  professore di botanica all’università di Copenhagen. Tra il 1806 e il 1840 aggiunse 6 volumi.
Nel 1818 Elias Magnus Fries (1794-1878) istituì a suo nome il binomio Stropharia hornemannii.
Dopo il 1814, quando la monarchia danese-norvegese ebbe termine e la Norvegia si unì alla Svezia, nella Flora non furono più aggiunte piante della nazione norvegese.
Nel 1847 però, durante un congresso botanico tenuto a Roskilde, fu accolta la proposta di includere anche le piante della Svezia.
Nel 1864, quando i ducati dello Schleswig e dello Holstein furono perduti dalla corona danese, anche le piante di quella regione non furono più inserite.
In seguito i volumi pubblicati furono soltanto quattro più i tre supplementi. Questi gli autori in ordine di tempo :
Joachim Frederik Schouw (1781-1852). Nato a Copenhagen, pur essendo un uomo di legge si appassionò talmente a studi di fitogeografia che nel 1821 ebbe la nomina a professore straordinario di botanica. Nel 1833 figura tra i fondatori della “Società di Storia Naturale” danese e, dal 1848,dopo la morte di Hornemann ne prese il posto ;
Jens Laurentius Moestue Vahl (1796-1854). Figlio di Martin Vahl che entrato a lavorare presso il “Museo di Botanica” di Copenhagen ne divenne il bibliotecario ;
Frederik Michael Liebmann (1813-1856). Botanico danese che, pur non avendo mai conseguito un formale titolo di studio, nel1845 fu nominato professore di botanica e direttore del Giardino botanico di Copenhagen ;
Johannes Japetus Steenstrup (1813-1897). Botanico e zoologo danese nato a Vang nell’isola di Thy. Dopo aver compiuto studi di medicina, dal 1841 fu assistente di botanica presso l’Accademia Soroe. Nel 1845 fu nominato professore di zoologia  e dal 1848 direttore del “Museo Zoologico di Copenhagen” ;
Johan Martin Christian Lange (1818-1898). Dal 1851 al 1858 fu bibliotecario del Giardino botanico di Copenhagen. In seguito fu professore di botanica al Politecnico ed è stato anche l’autore del II° e III° supplemento della Flora.
Nel 1887 pubblicò “Nomenclator Florae Danicae” che rappresenta un inquadramento sistematico, in ordine alfabetico, delle piante della Flora. Per i funghi si avvalse della collaborazione del micologo Emil Rostrup (1831-1907).

Più moderna della “Flora Danica” è la “Flora Batava” i cui fascicoli cominciarono ad uscire ad Amsterdam nel 1800.
Anche questa pubblicazione, come la precedente, ha carattere principalmente iconografico e fu stampata allo scopo di illustrare e descrivere tutte le piante naturali dell’Olanda.
Il primo fascicolo uscì nel 1800, l’ultimo nel 1934. Nel primo era riportato l’elenco di 232 sottoscrittori e nessuno di essi, in quel momento, suppose che per il completamento dell’opera ci sarebbero voluti 134 anni. Molti di di loro quindi se avessero immaginato che non avrebbero mai visto gli ultimi fascicoli forse non avrebbero sottoscritto l’acquisto dell’intera opera.
I fascicoli, ognuno dei quali conteneva 80 tavole, al completamento del lavoro andarono a costituire 28 volumi con un totale di 2240 tavole ; ogni tavola è accompagnata da una dettagliata descrizione sia in lingua olandese sia in lingua francese.       
Dato il lungo periodo di pubblicazione le tecniche relative alla stampa delle tavole cambiarono ; inizialmente furono incisioni su rame, poi litografie e dal volume 25 fu usato il sistema cromolitografico. Le tavole dei volumi, da 1 a 24, furono colorate a mano.
La prima casa editrice, fino al 1872, fu J.C.Sepp en Zoon di Leiden; in seguito, fino al 1898, De Breuk & Smits di Haarlem; Vincent Loosjes fino al 1911 ed infine Martinus Nijhoff.
Il lavoro fu iniziato dall’agronomo Jan Kops (1765-1849). Nato ad Amsterdam, dopo la laurea , conseguita all’università di Leyden, nel 1815 fu nominato professore di botanica all’università di Utrecht.
Kops curò la pubblicazione dei primi 10 volumi. La maggior parte delle tavole dei primi tre volumi furono opera di Georg Johann Van Os (1782-1861). Olandese di nascita fu un raffinato pittore di fiori, frutta e nature morte. Trasferitosi a Parigi nel 1826 lavorò, come incisore, per la nota fabbrica di porcellana di Sèvres.
Nel volume 7, completato nel 1836, una tavola riproduce l’Agaricus muscarius ; nel volume 8, del 1844, una tavola riproduce l’Agaricus comatus. Nel medesimo fu inserito un indice delle piante descritte nei volumi precedenti.
Dal volume 10 in poi furono incluse con regolarità molte tavole di agarici e di boleti che alla fine della flora raggiunsero il considerevole numero di 350 specie. Per tutto il periodo della sua pubblicazione la Flora Batava  venne distribuita in modo irregolare e quindi non fu molto conosciuta. Questo forse è il motivo per il quale le specie fungine in essa incluse sono raramente citate.
Il volume 11 fu scritto dal botanico Pieter Marie Eduard Deynoot (1816-1860) e quello numero 12 dal medico Frederik Anthony Hartsen (1838-1877).
I volumi da 13 a 20 furono opera dell’agronomo Frederik Willem van Eedem (1829-1901) che fu il primo direttore del “Museo Coloniale “ di Haarlem.
I volumi da 21 a 27 furono opera del botanico Laurens Vuick (1862-1931) che, dopo aver conseguito la laurea in scienze naturali all’università di Leyden, fu direttore della “Scuola di Agricoltura Tropicale”.
L’ultimo fu predisposto dal micologo Wilhelm Jan Lutjeharms (1907-1983) nato ad Alkmaar e laureatosi in scienze naturali alla Rijksuniversiteit di Leiden discutendo una tesi sulla storia della micologia.

Andrea Brunori