Amanita nivalis, Greville 1822


Amanita nivalis, è un'Amanita facente parte della sezione Vaginatae. Fu trovata per la prima volta dal micologo scozzese Robert Kaye Greville nel 1826 ad alta quota presso le Highlands scozzesi. Fu scelto il nome nivalis (= della neve) per indicare l'habitat di tipo montano ed il colore piuttosto bianco del carpoforo.

Sinonimi:

Agaricus nivalis (Greville) Loudon 1829

Amanitopsis nivalis (Greville) Saccardo 1887

Amanitopsis vaginata var. nivalis (Greville) Peck 1894

Amanita vaginata var. nivalis (Greville) E.-J. Gilbert 1918

Pileo: diametro di 2-8 cm di colore bianco da giovane ma che diventa grigio-giallastro a maturità. Spesso asciutto ma leggermente appiccicoso quando è umido. Ha una forma emisferica e poi successivamente appiattita. Il margine presenta evidenti striature e la cuticola presenta residui di velo a forma di placche membranacee di color biancastro che vi aderiscono. 

Imenio: lamelle di color biancastro, abbastanza fitte e libere. Presenza di lamellule di forma irregolare. 

Stipite: lungo da 4-10 cm e largo 0,8-1,2 cm, cavo e con una superficie liscia. In alcuni casi si nota un anello inconsistente bianco nella parte alta del gambo. La base presenta una volva fragile a forma di sacco, di colore bianco-sporco. 

Carne: biancastra fragile, con odore e sapore non significativi. La commestibilità di questa specie non è nota.

Spore: polvere sporale di colore bianco, con spore lisce pseudosferiche, 10-13 x 9-12 micron. 

Habitat: è una specie paleartica rara che cresce su suoli silicei e calcarei in estate presso zone subartiche e/o alpine in Europa e in Groenlandia. È spesso associata al salice nano (Salix sp.) e alle betulle (Betula sp.). 

Note: E' una specie che vive di solito in piccoli gruppi di pochi esemplari. Studi di E. Campo e di E. Bizio nel 2000, hanno permesso di definire con certezza questa specie rispetto alle forme A. oreina di Favre e A. alpina di Contu considerate sinonimi posteriori o varietà della stessa specie. Questo ritrovamento è avvenuto presso Passo Vizze (Vipiteno, BZ) ad una quota di circa 2400 mt nel luglio 2019 con il gruppo di studio micologico di Francesco Bellù.

 

Andrea Brunori - Paolo Avetrani