Armillaria mellea (Vahl : Fries) Kummer 1871

 

La prima rappresentazione grafica con relativa descrizione di questo fungo comparve sui fascicoli della flora Danica e fu opera nel 1792 di Martin Vahl, professore di botanica all'Università di Copenaghen. Il Fungo, molto comune, cespitoso, può vivere sia come parassita sia come saprofita, in boschi di latifoglie.

Pileo: 4–7 (15) cm, carnoso, dapprima emisferico o conico, dopo sempre più spianato per poi diventare prima convesso, in seguito piano, e talvolta depresso; membranoso ed umbonato, con una cuticola liscia dal colore che varia a seconda della pianta parassitata e dall'umidità dell'ambiente circostante. Di colore giallo-miele o bruno rossiccio al verdastro, con orlo sottile, arrotolato e lievemente striato. Sulla superficie del cappello sono presenti delle squame, addensate al centro;

Lamelle: decorrenti, bianche da giovani, brune o giallastre o con chiazze rossastre in età avanzata;

Stipite: cilindrico, giallastro o brunastro e a volte nerastro verso la base. Alla base sono presenti delle rizomorfe nerastre che si inseriscono nel substrato di crescita. L'anello piuttosto evidente è bianco e striato nella parte superiore, giallastro e d'aspetto fioccoso nella parte inferiore.

Carne: tenera sul cappello e nella parte superiore del gambo. Coriaceo-fibrosa nel resto. Odore: subnullo, fungino. Sapore: acidulo e dolce.

Spore: Polvere sporale bianca con spore lisce, ellissoidali, 8–9 × 5–6,5 micron.

Habitat: Cresce in autunno, cespitoso, è diffuso in Nord America e in Europa.

Osservazioni: è un fungo molto ricercato, apprezzato e consumato da sempre. Buon commestibile ma tossico da crudo perchè contiene tossine ("emolisine") termolabili a 65–70 °C che si inattivano facendo bollire il fungo in acqua per 10-15 minuti. Se non sottoposto ad una corretta prebollitura, il fungo secerne un liquido vischioso leggermente velenoso.

 

                             Foto Andrea Brunori

 

A. Brunori - P. Avetrani