Baorangia emileorum (Barbier) Vizzini, Simonini & Gelardi 2015

 

B. emileorum è una specie ritenuta rara, di cui si hanno poche segnalazioni nelle diverse regioni d’Italia. Il primo a nominarla fu il botanico Maurice Barbier nell'anno 1915 con in nome di Boletus emilei. Il nome della specie "emilei" deriva in onore del micologo francese Jean Luis Emile Boudier e ad Emile Boirac, Presidente della Société Mycologique de la Cote-d’Or. Dopo 100 anni nel 2015 grazie a studi molecolari, la specie è stata inserita dai micologi Vizzini, Simonini e Gelardi nel nuovo genere Baorangia creato da Wu Gang & Yang Zhu L. (2015). A differenza del genere Boletus, Baorangia dal cinese ”bao” (sottile) e “rang” (imenio), presenta dei carpofori con pileo vellutato, un imenio sottile con tubuli decorrenti e pori todeggianti, uno stipite giallastro con presenza di  reticolo e granulazioni (chiazze) e carne giallo pallida virante all'azzurro al taglio. Successivamente nel 2016 per l’applicazione corretta delle norme nomenclaturali previste dal Codice Internazionale di Nomenclatura di Melbourne, viene modificato l'epiteto Baorangia emilei in Baorangia emileorum.

Sinonimi

Boletus emilei Barbier 1915
Boletus aemilii Barbier ss. Alessio 1985
Boletus spretus Bertéa 1988

Pileo: 5–18 cm di diametro, carnoso, inizialmente emisferico-convesso, poi appianato, con evidenti gibbosità irregolari. Cuticola vellutata, di colore rosso porpora. Margine inizialmente involuto, poi lobato.

Imenio: a pori con tubuli corti, decorrenti sul gambo, di colore giallo-verdastro, viranti al verde-blu al tocco. Pori grandi, tondi in prevalenza ma anche inrregolari, concolori ai tubuli, viranti al verde-bluastro al tatto.

Stipite: 5-12 cm , robusto, corto, negli esemplari giovani clavato, attenuato alla base negli esemplari adulti, giallastro con un leggero reticolo concolore ma con una marcata zona rossastra a chiazze. Al taglio vira l blu alla base.

Carne: spessa e soda di colore biancastro-gialla, al tatto vira leggermente all'azzurro. Odore gradevole. Sapore dolciastro. Considerato commestibilie.

Basidi: tetrasporici clavati 25-30 × 8-9 micron.

Cistidi: cheilocistidi fusiformi di 35-40 × 9-10 micron.

Spore: polvere sporale olivastra, con spore fusiformi lisce guttulate di 10-12 x 3,5-5 micron.

Pileipellis: di tipo tricoderma con ife intrecciate

Habitat: fungo simbionte di zone termofile che cresce singolarmente o a gruppi di vari esemplari in estate/autunno nei boschi di latifoglie (castagno, nocciolo e leccio).

Note: il fungo è stato rinvenuto nei boschi termofili di S.Severa e portato presso la Mostra annuale di micologia dell'associazione Gemal di Bracciano. Può essere scambiato con Butyriboletus regius per il colore simile del cappello, ma il B. regius presenta un gambo giallo, carne gialla che non vira e reticolo più esteso; Butyriboletus pseudoregius per il colore rosso del cappello ed il viraggio all'azzurro in sezione abbastanza simile, ma il B. pseudoregius ha reticolo più esteso e carne rosata alla base del gambo.

Bibliografia:

Alessio Carlo Luciano - 1985: Boletus Dill. ex L.,  Collana Fungi Europaei. Ed. Biella G., Saronno,

Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca - 2008: Funghi d’Italia. Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)

Consiglio Giovanni, Papetti Carlo - 2009: Atlante Fotografico dei Funghi d’Italia, Vol. 3. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento

Wu Gang, Zhao Kuan, Li Yan-Chun, Zeng Nian-Kai, Feng Bang, Halling Roy E., Yang Zhu L. – 2015: Four new genera of the fungal family Boletaceae.

Miceli A., 2017. Boletus emilei Barbier (1915). www.adset.it 

disegno di Boletus emilei dalla tavola di E. Rebaudengo

Carpoforo con evidente pileo lobato

Decorazione del gambo

Pileipellis

Spore con guttule evidenti

Basidi e cistidi

Cistidio

Paolo Avetrani - Luca Astori